Incontro regionale comitati acqua 4 Novembre 2015

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Quando:
4 Novembre 2015@18:00
2015-11-04T18:00:00+01:00
2015-11-04T18:30:00+01:00
Dove:
Centro Balducci (sala riunioni al piano terra)
33050 Zugliano UD
Italia

Si invitano i Comitati locali sull’acqua del Friuli Venezia Giulia, le associazioni, e gruppi e persone interessate, alla riunione di mercoledì 4 novembre alle ore 18.00 presso il Centro Balducci (sala riunioni al piano terra) nell’occasione si parlerà degli sviluppi nella nostra Regione in fatto di acqua pubblica. Riassumendo la Regione FVG sta preparando una nuova legge sul servizio idrico integrato; le linee guida dovrebbero essere approvate a breve dalla giunta dopodiché saranno diffuse e presentate in alcuni incontri territoriali, almeno uno per provincia più uno in montagna.

Dalle anticipazioni che abbiamo avuto la bozza di legge ha le seguenti caratteristiche:

– è una legge unica sul servizio idrico integrato e sul servizio rifiuti;

– istituisce un unico Ambito Territoriale Ottimale coincidente con il territorio regionale sia per acqua sia per rifiuti;

– istituisce una unica autorità regionale per acqua e rifiuti con i compiti che, per quanto riguarda l’acqua, sono ora in capo ai CATO (redazione Piano d’Ambito, affidamento del servizio, modulazione delle tariffe ed altro); l’Assemblea di questa autorità sarebbe formata dai Presidenti delle UTI, Unioni Territoriali Intercomunali, attualmente in via di costituzione.

– trasforma gli attuali CATO in Assemblee locali con i compiti consultivi (esprimere pareri) sul Piano d’Ambito, sulla forma di affidamento, sul piano quadriennale di intervento, sulla modulazione delle tariffe;

Va considerato che i seguenti provvedimenti:

– art 3 bis del Dec. legge 138/2011 all’art 3 bis (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo);

– legge “sblocca Italia” (L 164/2014), con l’inserimento dell’art 149 bis nel “codice ambientale” (Dec.lgls 152/2006);

hanno introdotto vincoli più stringenti sul servizio idrico integrato. In particolare viene previsto il gestore unico nel territorio dell’ATO. Si specifica però che la dimensione minima degli ATO corrisponde ai territori provinciali (con possibili eccezioni), di conseguenza non obbliga le Regioni a costituire ATO unici regionali (anche se alcune Regioni lo hanno fatto).

La Regione prevederebbe, nel caso dell’acqua, la costruzione di un gestore unico regionale (spa con soci i soli comuni, senza privati) attraverso fusioni successive man mano che scadono le attuali concessioni, quindi in tempi medio-lunghi.

I contenuti si cui si basa la proposta di legge ci preoccupano non poco per una serie di problemi:

1) perché unificare due servizi (acqua e rifiuti) tra loro molto diversi e per la gestione e il controllo dei quali servono competenze specifiche diverse? Ciò potrebbe mettere a rischio un eventuale futuro riconoscimento del Servizio idrico integrato come servizio non di rilevanza economica; sappiamo che oggi non è così e che questa decisione spetta allo Stato ma a livello europeo e internazionale si sta lavorando affinché ciò avvenga.

2) attualmente sarebbe necessaria e più sensata una legge quadro sull’acqua che normi la gestione di questo bene nel suo complesso: salvaguardia, risparmio, concessioni per gli usi idroelettrico, industriale, irriguo, acque in bottiglia, allevamenti ittici, ecc., che preveda la realizzazione dei bilanci idrici per ogni bacino idrografico; che programmi inoltre la gestione delle crisi idriche, che preveda priorità d’uso, ecc. Il servizio idrico integrato dovrebbe stare dentro una legge di questo tipo in quanto parte di tutto il sistema idrico del territorio. Il territorio regionale inoltre è caratterizzato da contesti molto diversi tra loro per quanto riguarda l’acqua (montagna, pianura, bassa pianura, carso, città capoluoghi) dove le gestioni non possono essere realizzate con identici criteri.

3) E’ vero che oggi alcune gestioni pubbliche non funzionano bene, basti pensare alle infrazioni europee che incombono sulla depurazione o in alcuni casi alle difficoltà nel fare gli investimenti necessari. Ma perché non adottare una politica di rafforzamento e miglioramento dei gestori su scala più ridotta di quella regionale invece che pensare ad un unico gestore? Ci sono esempi di medio-piccoli gestori che funzionano e sono più vicini alle esigenze dei territori. Inoltre l’autorità e il gestore unici regionali allontanano sempre di più i centri decisionali dai comuni e dai cittadini.

4) La norma che salvaguardava le gestioni in economia dei Comuni sotto i 1.000 abitanti è stata abrogata, pertanto si possono salvaguardare solo quelli che già erano stati in precedenza salvaguardati. Visto che la legge regionale ora in vigore non aveva recepito questo tipo di salvaguardia, oggi nessun Comune sotto i 1.000 abitanti del FVG può avvalersi della gestione in economia. Ma quale modello si prevede per la montagna dopo il fallimento (di fatto) di Carniacque?

5) L’attuale contesto politico e normativo nazionale favorisce le aggregazioni con i grandi gestori individuati quali poli attrattivi; nel Nord-Est questo ruolo è affidato ad Hera. Le fusioni tra gestori auspicate dalla Regione interessano certamente anche Hera che riteniamo abbia maggiori possibilità di aggregazione in mancanza di una dichiarata volontà e chiara strategia politica della Regione al rafforzamento dei gestori pubblici locali.

Nella scorsa legislatura i Comitati avevano presentato le Linee guida per una legge sull’acqua sottoforma di petizione che aveva raccolto oltre 5.000 firme e consegnata al Consiglio regionale. Chiedeva l’adeguamento delle norme alla luce del Referendum del 2011. E’ rimasta lettera morta! Mai presa in considerazione.

Abbiamo sempre ritenuto che la gestione dell’acqua e di conseguenza la normativa di riferimento debbano essere oggetto di confronto sui territori e debbano garantire il coinvolgimento e la partecipazione di cittadini, associazioni, comitati e anche dei Comuni.

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